La sharing mobility non è più una nicchia per pionieri green: oggi è una vera infrastruttura urbana che fa bene alle nostre città. Libera spazio pubblico, riduce il traffico e le emissioni, rende la mobilità più sostenibile e a misura di comunità.
I dati lo confermano: in Italia i servizi di sharing rappresentano oltre l’85% del mercato della mobilità condivisa, con milioni di noleggi all’anno, soprattutto tra i giovani sotto i 30 anni. Mezzi che vanno ben oltre le auto: monopattini, bici, scooter e microcar elettrici gestiti da app smart, adottati anche da aziende, università e amministrazioni pubbliche.
Ma c’è un freno a questa corsa verso un futuro più green: l’aliquota IVA al 22% che grava sugli utilizzatori dei servizi di sharing mobility. Una tassa che li equipara ai noleggi auto tradizionali e li rende meno competitivi rispetto ad altre soluzioni di trasporto pubblico come taxi, NCC o TPL, che godono di aliquote agevolate (10% o persino 5%).
Perché l’IVA è un nodo da sciogliere?
Un’IVA più alta significa prezzi più elevati per gli utenti.
Questo rallenta l’adozione della sharing mobility proprio dove servirebbe di più: nelle città che puntano a ridurre traffico ed emissioni.
Il paradosso? La mobilità condivisa è complementare al trasporto pubblico e contribuisce in modo diretto agli obiettivi climatici ed energetici nazionali ed europei. Eppure, il quadro fiscale non lo riconosce ancora.
Come sottolineato dalla nostra CEO Antonella Comes:
“La sharing mobility è un’estensione complementare del trasporto pubblico, non un suo concorrente. Serve un aggiornamento normativo per allineare l’IVA ai benefici ambientali e sociali che genera. La situazione attuale rappresenta una penalizzazione ingiustificata per un settore che si vorrebbe invece in crescita”
Cosa cambierebbe con un’IVA ridotta?
Una fiscalità più equa avrebbe impatti positivi immediati:
- Tariffe più basse per gli utenti finali, rendendo il servizio più accessibile.
- Maggiore adozione e fidelizzazione, con più persone pronte a scegliere il noleggio smart ed elettrico.
- Più sostenibilità economica per gli operatori, che potrebbero reinvestire in innovazione e nuovi veicoli green.
- Coerenza con le politiche ambientali, favorendo una reale transizione ecologica.
Il ruolo di Pikyrent
Noi di Pikyrent siamo pronti a fare la nostra parte: ogni giorno mettiamo su strada soluzioni di sharing full electric che aiutano le città a respirare meglio. Ma per fare un vero salto di qualità servono politiche pubbliche all’altezza delle ambizioni.
Per questo siamo convinti che serva un confronto costruttivo tra imprese, pubbliche amministrazioni, policy maker e associazioni di settore come Assosharing di cui facciamo parte.
Per accelerare l’innovazione urbana e la sharing mobility, proponiamo di:
- Rivedere il trattamento IVA della sharing mobility, per differenziarlo rispetto ai noleggi tradizionali.
- Definire criteri oggettivi per i benefici fiscali, legati alla sostenibilità della flotta e alla finalità pubblica del servizio.
- Semplificare la fiscalità per gli enti che vogliono integrare modelli MaaS (Mobility-as-a-Service).
Una mobilità condivisa più accessibile è la chiave per città più smart, green e a misura di comunità. È il momento di dare la giusta spinta alla sharing mobility: #SharingIsCaring, anche nella fiscalità.